Diagnosi precoce Parkinson_Dottor Giuseppe Sanges

«Si può fare una diagnosi precoce della malattia di Parkinson?» è un’altra delle domande più frequenti che mi rivolgono i pazienti e chi cerca di capire se una persona è affetta da Parkinson, prima che si manifestino i sintomi tipici.

Come ho scritto nell’articolo Come si manifesta la malattia di Parkinson? la maggior parte delle persone, che non sa ancora di avere il Parkinson, consulta il medico per disturbi della più varia specie, spesso vaghi e di difficile attribuzione se non valutati dal neurologo. Si tratta di modesti segnali, comunque indicativi della malattia, che si manifestano molto tempo prima – anche anni – della comparsa dei sintomi motori (rigidità muscolare, bradicinesia, cioè lentezza dei movimenti, tremore a riposo) che poi iniziano lentamente a intersecarsi con i precedenti.

Come accorgersi di avere il Parkinson?

Non è facile. Spesso il Parkinson inizia con sintomi quasi sempre trascurati o mis-interpretati, perché la malattia è causata dalla lenta, progressiva morte delle cellule nervose di diverse parti del cervello, quelle che, in particolare, producono il neurotrasmettitore dopamina, che controlla non solo i movimenti di tutto il corpo, ma anche tante altre funzioni non motorie. Quando si manifestano i sintomi motori, sono già morti fino all’80% dei neuroni in alcune zone-chiave che producono dopamina. Da qui l’importanza di una diagnosi precoce che renda possibile instaurare una terapia farmacologica precoce, in grado di preservare le funzioni più a lungo possibile. Esistono 11 sintomi indice che ci aiutano a riconoscere precocemente la malattia, eccoli:

  1. Perdita dell’olfatto

Sintomo facilmente riconosciuto dalla persona affetta, è spesso il primo avviso della malattia. Con la perdita dell’olfatto si può associare quella del gusto, perché le due modalità sensoriali sono strettamente correlate.

  1. Disturbi del sonno (parasonnie)

Molto diffusi. Oltre alla comune insonnia, può ricorrere il REM Behavior Disorder (RBD) peculiare disturbo che si manifesta nella fase REM del sonno, quella in cui fisiologicamente si sogna e si è profondamente addormentati, ma vi sono anche movimenti rapidi spontanei degli occhi (da ciò l’acronimo REM, che vuol dire Rapid Eye Movements). Di cosa si tratta? Ebbene alcune persone (anche dieci anni prima dal manifestarsi dei sintomi motori) presentano sogni “agiti”, cioè agiscono il sogno, gridando, agitandosi, lottando, tanto da colpire l’ignaro partner di letto che spesso è costretto a dormire altrove. In alcune occasioni il paziente arriva addirittura a cadere dal letto. Si stima che circa il 40% delle persone con RBD siano potenzialmente ammalati di Parkinson. Altri disturbi del sonno molto frequenti (ma aspecifici, cioè presenti misteriosamente anche in soggetti non parkinsoniani) sono la sindrome delle gambe senza riposo – l’impellente bisogno di doverle muovere appena posti in posizione di riposo e le apnee, cioè l’arresto improvviso della respirazione durante il sonno.

  1. Bassa pressione sanguigna

Percepita come sensazione di “testa vuota” o di “svenire” soprattutto quando fa caldo e/o ci si alza di scatto. Può essere registrata con l’apposito apparecchio per la misurazione della pressione (sfigmomanometro).

  1. Problemi intestinali

Stitichezza; meteorismo (eccesso di gas intestinale); rallentato svuotamento dello stomaco, percepito come difficoltà a digerire; sensazione, per molte ore, di ripienezza anche dopo aver mangiato poco, sono tra i più comuni sintomi precoci.

  1. Perdita dell’espressione del viso

Il Parkinson porta progressivamente a una perdita della mimica facciale, dovuta alla diminuita capacità di esprimere le emozioni unitamente alla rigidità/bradicinesia muscolare. Una certa lentezza nel sorridere, nello spontaneo ammiccamento degli occhi sono segni suggestivi. Nel tempo la faccia tende a divenire totalmente inespressiva, amimica.

  1. Mutamento di umore e di personalità, iniziali deficit cognitivi

Ansia, depressione, mutamento della personalità in senso ossessivo-ipocondriaco con accentuata attenzione ai sintomi, incapacità ad eseguire più compiti contemporaneamente (multitasking) possono rappresentare un iniziale segno della malattia di Parkinson.

  1. Eccessiva sudorazione/secrezione del sebo

La malattia colpisce anche il sistema nervoso autonomo, compromettendo la corretta regolazione della secrezione del sudore e del sebo (grasso) da parte rispettivamente delle ghiandole sudoripare e sebacee della pelle. Alcune persone si lamentano di sudare anche se non fa caldo, e che la loro pelle è diventata eccessivamente grassa.

  1. Dolori muscolari persistenti

Soprattutto al collo, ma anche in altri distretti muscolari: sono indice dell’aumento della rigidità muscolare tipica della malattia.

  1. Lentezza e difficoltà nella scrittura e movimenti fini

Il progredire della rigidità/bradicinesia, che è uno dei principali problemi motori del Parkinson, si presenta spesso con una difficoltà nei movimenti fini, di precisione, ma anche quelli comuni quotidiani, come abbottonarsi la camicia, stringere i lacci delle scarpe. Il disturbo della scrittura è caratteristico: lo scrivere comincia a diventare difficoltoso, la grafia, rispetto al passato, appare all’inizio della frase molto più grande e imprecisa (spesso a zig-zag, se c’è anche il tremore), fino a diventare progressivamente più piccola, filiforme, “a coda di topo”, difficile da decifrare.

  1. Lentezza e difficoltà nei movimenti delle braccia

Una diminuzione dei movimenti automatici pendolari delle braccia (che normalmente presentiamo nel camminare); un’accentuata difficoltà nel raggiungere un oggetto posto in alto; non riuscire più a scrivere sulla lavagna o giocare a tennis o lavorare la maglia come prima, sono segnali da non trascurare, in quanto, soprattutto se non c’è dolore, sono correlabili a una aumentata rigidità.

  1. Difficoltà nel pronunciare le parole

La voce diventa flebile, “sottile”.  Vi può essere difficoltà a pronunciare le parole in maniera comprensibile e nel controllare la velocità della emissione delle parole (come se le parole si affastellassero).

Molto importante per non creare ingiustificati allarmi: va sempre tenuto presente che questi sintomi presi singolarmente (incluso il RBD che sembrerebbe quello più indicativo di malattia) non costituiscono la diagnosi, perché sono aspecifici: quanti di noi, infatti, soffrono di stitichezza o hanno bassa pressione o sudorazioni profuse senza essere peraltro parkinsoniani? Ricordiamo che è la somma che fa il totale! Cioè più sintomi ci sono, più è possibile la diagnosi, anche precoce. Che, ovviamente, va fatta dal neurologo!

Vuoi approfondire altri aspetti legati al Parkinson? Nel mio blog trovi articoli che ho dedicato a questa malattia. E se hai bisogno di me, contattami. Sarò lieto di esserti utile.

Giuseppe Sanges
Specialista in Neurologia

Sono Medico specialista in Neurologia e in Ricerca epidemiologica delle malattie neurodegenerative. Da trent’anni curo quotidianamente persone affette da Parkinson, Cefalee e Alzheimer. Sono anche docente di Neuroscienze per Enti pubblici e privati.
Scrivo gli articoli che pubblico nel mio blog pensando ai miei pazienti e a coloro che, nelle loro ricerche su Internet, vogliono trovare informazioni scientifiche corrette. Spero di essere utile anche per te.