Molte persone associano la malattia di Parkinson al tremore (e viceversa) ma, come scrivo nell’articolo Dottore, mi tremano le mani… ho il Parkinson? il tremore non è sintomo o segno fondamentale del Parkinson, poiché manca nei due terzi delle persone affette da questa malattia. Se è presente, è un tremore abbastanza riconoscibile, diverso da tutti gli altri, poiché si manifesta quando gli arti sono in posizione di riposo (per esempio quando le mani sono tenute in grembo, magari mentre la persona guarda la TV). È un tremore asimmetrico (una mano trema più dell’altra) che assomiglia al “contar monete” come descritto nei classici testi: è come se la persona sfregasse involontariamente pollice e indice tra loro, mentre le altre dita si flettono ed estendono consensualmente, con lo stesso ritmo.

Il tremore parkinsoniano – come tutti i tremori del resto – aumenta con lo stress, la fatica, l’ansia (anche se il soggetto si sente osservato!) e scompare nel sonno. Il tremore, nel tempo, interesserà l’arto inferiore dello stesso lato poi quelli del lato opposto, infine, nelle fasi avanzate della malattia, anche il mento, la testa, la voce (tutti noi ricordiamo la voce tremula, esitante, di Papa Giovanni Paolo II).

Quando possiamo dire che una persona ha la malattia di Parkinson?

La vita di chi ha il Parkinson è gravata soprattutto dal deficit della motricità, che si manifesta con due sintomi motori: la rigidità e la bradicinesia (cioè la lentezza dei movimenti) fino all’assenza del movimento (acinesia) nei casi più avanzati ed estremi. Quando la persona contatta il medico, racconta di una sua progressiva difficoltà – nel tempo, nelle stagioni climatiche e nel corso della giornata – nell’iniziare un movimento complesso, come alzarsi dal letto o da una poltrona, vestirsi, girarsi nel letto. Il deficit della fine motricità e il tremore, laddove presente, inficiano l’abbottonarsi la camicia o allacciarsi le scarpe, che costituiscono problemi emergenti caratteristici e precoci.

Chi ha scoperto per primo i sintomi della malattia di Parkinson?

È stato il medico inglese James Parkinson, che nel XIX secolo l’ha osservata e analizzata. Nel suo celebre saggio Essay on the Shaking Palsy (del 1817) la definisce “paralisi agitante” e descrive in modo dettagliato i sintomi dei pazienti affetti dalla malattia: tremore, diminuzione della forza muscolare, un particolare modo di camminare a piccoli passi e la tendenza a inclinare il busto in avanti. Se oggi è ormai chiaro il meccanismo responsabile dei sintomi di questa malattia, non è invece definitivamente chiara la causa: James Parkinson l’attribuì alla rivoluzione industriale in Inghilterra e all’inquinamento atmosferico; altri studiosi dopo di lui cercarono di circoscriverla in un’unica causa, ma senza successo.

Se vuoi saperne di più sulla malattia di Parkinson, come affrontarla e viverla nel modo più adeguato, trovi i miei consigli in altri articoli nel mio blog. Spero ti saranno utili. E se hai bisogno di me, contattami.

Giuseppe Sanges
Specialista in Neurologia

Sono Medico specialista in Neurologia e in Ricerca epidemiologica delle malattie neurodegenerative. Da trent’anni curo quotidianamente persone affette da Parkinson, Cefalee e Alzheimer. Sono anche docente di Neuroscienze per Enti pubblici e privati.
Scrivo gli articoli che pubblico nel mio blog pensando ai miei pazienti e a coloro che, nelle loro ricerche su Internet, vogliono trovare informazioni scientifiche corrette. Spero di essere utile anche per te.