È questa la domanda che le persone con tremore mi pongono a bruciapelo o dopo tanto tergiversare (la malattia fa paura!) quando vengono a visita nel mio studio. E non sono poche! Innanzitutto, sgombriamo subito il campo da equivoci: avere tremore NON vuol dire avere il Parkinson!

In molte persone affette da questa malattia il tremore può non essere presente (cosiddette forme ipertoniche-ipocinetiche, caratterizzate dalla rigidità e dalla difficoltà nell’iniziare i movimenti), quindi il tremore non significa necessariamente malattia di Parkinson, ma è un sintomo (per chi lo vive su di sé) e un segno (per chi lo osserva) non sempre presente della malattia che, peraltro, è relativamente rara.

Il tremore, invece, può accompagnare o essere una spia di tantissime condizioni:

  • eccesso di attività della ghiandola tiroide (iper-tiroidismo),
  • diabete mellito (per il danno che, nel corso degli anni, questa malattia arreca al nervo periferico, provocando debolezza muscolare),
  • compressione delle radici dei nervi a livello cervicale dall’artrosi e dall’ernia del disco (anche in questo caso il tremore è correlato alla debolezza muscolare-tremore ipostenico),
  • altre malattie del sistema nervoso (sclerosi multipla, esiti di ictus, rare patologie dei nuclei della base diverse dal Parkinson), insufficiente funzionamento del fegato o del rene (insufficienza epatica o renale).

Molte altre volte il tremore rappresenta un effetto collaterale indesiderato di una terapia farmacologica, generalmente continuativa, di:

  • ormoni (in particolare tiroidei, che cercano di sopperire al basso funzionamento della ghiandola tiroide),
  • cortisonici (usati per le più varie condizioni: dall’asma bronchiale, alle artriti, a malattie della pelle, per citarne gli usi più correnti),
  • farmaci per il controllo delle malattie dei bronchi e dei polmoni (i tanto usati-abusati spray broncodilatatori, aminofillina e similari, oltre ovviamente al fondamentale cortisone di cui già si è detto),
  • anti-vertiginosi, anti-nausea, anti-istaminici (usati per controllare le allergie del naso e dell’occhio, come le riniti e le congiuntiviti allergiche, e della pelle, come l’orticaria e il prurito che la accompagna),
  • farmaci per il controllo delle psicosi (psicofarmaci, soprattutto quelli di vecchia generazione: oggi la ricerca ci ha messo a disposizione presidi ugualmente efficaci e più maneggevoli, meglio tollerati e con molti meno effetti indesiderati),
  • antiepilettici (soprattutto di vecchia generazione: valproato).

Ricordiamolo: il tremore da farmaci è un effetto indesiderato, non obbligato (non tutte le persone lo manifestano) e può gradualmente scomparire una volta sospeso il farmaco implicato. Nel caso di terapie di lunga durata (per patologie croniche, che rappresentano la maggioranza dei casi) si cerca di usare strategie o compromessi per ridurre la rilevanza del tremore e cercare, ove possibile, terapie diverse, dosi minori o frazionate nella giornata, fatta sempre salva, ovviamente, l’efficacia terapeutica!

In quali altri ambiti si manifesta il tremore?

Moltissime altre volte il tremore lo possiamo osservare nelle persone ansiose e nei forti fumatori o bevitori, in questi casi parliamo di tremore alcol-tabagico. Ma lo troviamo anche nei grandi consumatori di caffè, tè, energy drink e in chi fa uso o abuso di psico-stimolanti illeciti, come cocaina, amfetamine, “pasticche”. Purtroppo, oggi il consumo di queste bibite e sostanze ha una diffusione sempre più estesa, anche tra i giovanissimi, ed è per questo che lancio il mio alert: è necessario che le condizioni di abuso o di dipendenza da sostanze siano sollecitamente individuate e opportunamente trattate, non solo per il potenziale dannoso a carico di tutto l’organismo e della psiche di chi ne fa uso, ma anche per i problemi di ordine sociale che si innescano nelle nostre storie quotidiane.

E poi ricorda che…

… se sei più stanco, affamato, ansioso, stressato, adirato, il tremore aumenta (qualsiasi ne sia la causa), così come sarà più evidente se ti senti osservato, magari mentre scrivi o reggi la tazzina del caffè oppure se qualcuno, in maniera inopportuna, te lo fa notare! In questi casi, cerca di diventare indifferente alle osservazioni-intrusioni e non tentare di occultare il tremore, magari mettendoti la mano in tasca o dietro la schiena. Accettare il disturbo significa sentirsi più libero e sereno, a proprio agio: in pratica ci si sente meno “malati”.

Se vuoi altri consigli o approfondire aspetti legati alla malattia di Parkinson, cerca gli altri articoli nel mio blog. Spero ti siano utili. E se hai bisogno di me, contattami.

Giuseppe Sanges
Specialista in Neurologia

Sono Medico specialista in Neurologia e in Ricerca epidemiologica delle malattie neurodegenerative. Da trent’anni curo quotidianamente persone affette da Parkinson, Cefalee e Alzheimer. Sono anche docente di Neuroscienze per Enti pubblici e privati.
Scrivo gli articoli che pubblico nel mio blog pensando ai miei pazienti e a coloro che, nelle loro ricerche su Internet, vogliono trovare informazioni scientifiche corrette. Spero di essere utile anche per te.