Come ho raccontato nel post Dottore, ho la fibromialgia… ma mi dicono che non esiste! i miei pazienti, dopo aver compreso i sintomi di questa malattia, mi chiedono inevitabilmente: … si può guarire?  

La loro ansia è comprensibile: anche se apparentemente non grave, questa malattia provoca in molte persone limitazioni nella loro autonomia, nelle relazioni sociali e nella vita affettiva, poiché la presenza di dolore cronico e rigidità è spesso invalidante. Per non parlare della loro estrema suscettibilità ai fattori esterni, soprattutto quelli climatici, che provocano un peggioramento dei sintomi della fibromialgia: infatti, dolori e rigidità aumentano in primavera e autunno (similmente a quanto accade nelle persone con depressione ciclica stagionale, spesso associata!) e nei periodi di rapida variabilità climatica.

Anche le variazioni ormonali (come quelle premestruali o che accompagnano la menopausa, disfunzioni della tiroide), lo stress cronico, le perdite relazionali e i lutti sono tutti fattori noti di peggioramento.

Qual è la terapia migliore?

Il trattamento della fibromialgia idealmente andrebbe iniziato il più presto possibile, e sottolineo idealmente, perché purtroppo la diagnosi viene posta sempre molto tardivamente a causa delle difficoltà di cui si è parlato prima.
Per curare una condizione così complessa occorre mettere in campo tutti i mezzi possibili, sempre nel rispetto delle peculiarità del soggetto e della appropriatezza della prescrizione. Va incoraggiata una quotidiana, moderata, ma assidua attività fisica aerobica, preceduta da tecniche di preparazione come lo stretching, esercitato con opportuna delicatezza. Le ore di riposo devono essere sufficienti a dare ristoro.

In base alle proprie inclinazioni, si possono consigliare – in maniera alternativa e complementare alla fisioterapia convenzionale:

  • massaggio dolce,
  • il training autogeno,
  • l’ipnosi,
  • tecniche di mindfulness
  • yoga.

In molti casi può essere necessario il ricorso a tecniche di psicoterapia, per migliorare la consapevolezza dei meccanismi psicodinamici (spesso potenti generatori della malattia!) e il rapporto del paziente con il proprio corpo e con la fibromialgia. Purtroppo, spesso c’è nel paziente forte resistenza o scetticismo ad accettare un percorso di psicoterapia, sia perché non accetta la possibilità che una gran parte dei suoi disturbi organici, del corpo, possa avere una causa psico-emotiva, magari remota e sconosciuta, nonché di esporsi, di mettersi in discussione. La musicoterapia, essendo una tecnica olistica, globale, può costituire una più che valida alternativa.

Quali farmaci si possono integrare?

La terapia farmacologica è indispensabile non solo per affrancare il paziente dal dolore e dai blocchi funzionali, ma anche per promuovere la guarigione. La cura è ovviamente di lunga durata, spesso il malato è sfiduciato dall’iter lungo e complesso che ha dovuto affrontare per arrivare alla diagnosi: le sue condizioni croniche gli hanno tarpato la prospettiva ideale di una guarigione, in più, è angosciato dalla prospettiva di una terapia di lunga durata e con più farmaci. Va ricordato che molti fibromialgici presentano estrema intolleranza anche a farmaci di uso corrente, persino integratori e multivitaminici, fino a forme di vera e propria farmacoavversione!

Il ruolo dello specialista, quindi, è molto complesso: oltre alla sapienza diagnostica, egli deve esercitare una prescrizione terapeutica che abbia il valore di una proposta da condividere con l’ammalato, con carismatica autorevolezza e, al tempo stesso, empatica confidenza, comprensione e pazienza.

Insomma, nel contatto con chi è affetto da fibromialgia, il medico deve esprimere le migliori caratteristiche professionali, sia tecniche che empatiche, che configurano la più alta immagine del terapeuta ideale. Il percorso a due, medico-paziente, è un percorso lento, lungo, difficile, impervio, come la scalata di una montagna, nella quale è fondamentale, oltre alla preparazione, coraggio, pazienza, perseveranza.

Se vuoi approfondimenti sulla fibromialgia, dalla sua cura alla storia del suo nome, nel mio blog trovi altri articoli. E se intanto hai bisogno di me, contattami. Sarò lieto di esserti utile.

Giuseppe Sanges
Specialista in Neurologia

Sono Medico specialista in Neurologia e in Ricerca epidemiologica delle malattie neurodegenerative. Da trent’anni curo quotidianamente persone affette da Parkinson, Cefalee e Alzheimer. Sono anche docente di Neuroscienze per Enti pubblici e privati.
Scrivo gli articoli che pubblico nel mio blog pensando ai miei pazienti e a coloro che, nelle loro ricerche su Internet, vogliono trovare informazioni scientifiche corrette. Spero di essere utile anche per te.