Per giungere alla diagnosi corretta dell’epilessia occorre innanzitutto raccogliere quante più informazioni possibili dalle persone che erano presenti nel momento della crisi; il medico poi integrerà la storia clinica (anamnesi) con i risultati dell’esame neurologico clinico. In questo modo potrà prescrivere diversi esami di approfondimento, fra i quali:

  • ELETTROENCEFALOGRAMMA (EEG). É il test più comunemente utilizzato nella routine per la diagnosi dell’epilessia. Può registrare la eventuale presenza di anomalie dell’attività elettrica del cervello in circa il 50% dei casi, possibilità che aumenta fino a circa il 90% con registrazioni in sonno e/o dopo privazione di sonno. Entro 24 ore da un episodio critico la possibilità di registrare anomalie informative sale a circa il 90%, specie nei bambini. Può essere possibile che l’EEG, in un paziente con epilessia clinicamente accertata, risulti del tutto normale al di fuori di una crisi; ciò vuol dire che un tracciato EEG normale non può escludere la presenza di una eventuale epilessia. D’altro canto, invece, anomalie epilettiformi sono evidenziabili nello 0,5-4% di soggetti che non hanno mai avuto crisi epilettiche.
  • NEUROIMAGING DIAGNOSTICO: comprende gli esami che forniscono una immagine del cervello a fini diagnostici, per escludere tumori, emorragie e cisti. Sono la tomografia assiale computerizzata (TAC), la risonanza magnetica nucleare (RMN). La tomografia ad emissione di positroni (PET) e quella ad emissione di fotone singolo (SPECT) sono tecniche di neuroimaging funzionale, cioè danno informazioni sul funzionamento delle singole aree della corteccia cerebrale.
  • In casi particolari si ricorre all’esame del liquor cerebrospinale per verificare la presenza di infezioni o altre condizioni che possono dare epilessia, oppure test neuropsicologici per valutare le abilità cognitive (memoria, orientamento, calcolo, funzioni esecutive, linguaggio) e test genetici, laddove vi sia una decisa prevalenza dell’epilessia nei familiari.

Le crisi epilettiche devono essere differenziate da altri disturbi neurologici con cui potrebbero essere confuse, tra i quali: alcune forme particolari di emicrania, la narcolessia (malattia caratterizzata da improvvisi colpi di sonno) nonché alcuni disturbi su base psicologica come le cosiddette crisi funzionali.

La diagnosi differenziale più importante, ai fini della terapia e della prognosi (evoluzione), è certamente quella con le sincopi (svenimenti non epilettici, generalmente da cause circolatorie).

Stai cercando altre informazioni sull’epilessia? Quali sono i suoi sintomi, la sua cura o curiosità sul suo nome e la sua storia? Nel mio blog trovi altri brevi articoli che ho dedicato a questa malattia.

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Giuseppe Sanges
Specialista in Neurologia

Sono Medico specialista in Neurologia e in Ricerca epidemiologica delle malattie neurodegenerative. Da trent’anni curo quotidianamente persone affette da Parkinson, Cefalee e Alzheimer. Sono anche docente di Neuroscienze per Enti pubblici e privati.
Scrivo gli articoli che pubblico nel mio blog pensando ai miei pazienti e a coloro che, nelle loro ricerche su Internet, vogliono trovare informazioni scientifiche corrette. Spero di essere utile anche per te.