Questa è la domanda, cruciale ma comprensibile, che mi viene posta invariabilmente da chi soffre di insonnia. Cruciale e comprensibile perché l’insonne, giustamente, reclama un sollievo, la possibilità di recuperare il sonno, e con esso le forze fisiche e la agilità cognitiva.
Buttare lì una prescrizione di un farmaco è riduttivo e liquidatorio, ed è sicuramente una condotta non appropriata e non rispettosa da parte del medico, anche se è proprio quello che la persona desidera ardentemente! Come ogni condizione clinica anche l’insonnia va opportunamente diagnosticata, inquadrata, curata, con attenzione e appropriatezza.
Nel mio post Dottore, mi aiuti, soffro d’insonnia! specifico le diverse condizioni e patologie che provocano insonnia. Per esempio il dolore cronico, le broncopatie, il reflusso gastro-esofageo, le malattie dell’apparato genito-urinario o piuttosto quelle psichiatriche che vanno, in primis, curate dai medici specializzati in materia. Nelle patologie psichiche e nell’insonnia reattiva ad eventi di elevato carico emozionale e stressogeno, oltre alla terapia farmacologica è di grande aiuto la psicoterapia.
Quali farmaci sono utili (o specifici?) per l’insonnia?
Per quanto riguarda invece la terapia sintomatica dell’insonnia, cioè quella che dovrebbe indurre il sonno, il farmaco (in realtà i farmaci sono tanti!) da solo non è l’opzione ideale, poiché occorre parallelamente restaurare l’architettura del sonno, rispettando scrupolosamente le regole per l’igiene del sonno. Mi rendo conto che questo è sicuramente un processo lungo e per alcuni difficile da realizzare, poiché le abitudini apprese negli anni non sono facili da abbandonare e spesso nella stessa persona vi sono più aspetti da modificare ma, credimi, la scrupolosa osservanza delle regole di igiene del sonno è di fondamentale importanza per avere la meglio sull’insonnia. Ed è ovvio che, nel frattempo, bisogna pur dare sollievo all’insonne!
Come vanno utilizzati i farmaci?
La terapia con un farmaco induttore del sonno, un ipnoinducente (si definisce così in clinica) va scelta con attenzione: la persona va informata bene e monitorata frequentemente per evitare il fai-da-te e l’abuso (che sono sempre dietro l’angolo!). La terapia farmacologica come sempre deve essere:
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- su misura, cioè adatta a quella persona, al tipo di insonnia, alle sue necessità di efficienza, alle eventuali comorbilità (malattie associate),
- iniziata il più presto possibile per evitare la cronicizzazione, il fai-da-te e l’abuso da parte del paziente,
- effettuata per il minor tempo possibile,
- incrementata gradualmente nel tempo per individuare la dose minima efficace, che:
– induca rapidamente il sonno,
– lo mantenga durante la notte,
– che non dia fenomeni residui al risveglio e nella mattinata, come sonnolenza e astenia (fiacchezza) o rallentamento dei riflessi.
Questo è il profilo ideale della terapia ipnoinducente! In sintesi, il farmaco ipnoinducente va usato in primis per dare sollievo, poi per dare il tempo di mettere in atto una corretta igiene del sonno e curare le eventuali patologie causali, poiché il vero obiettivo è curare l’insonnia, magari guarire, e comunque non dare una terapia ipnoinducente a vita!
Se vuoi saperne di più sull’insonnia, nel mio blog troverai altri post. E se intanto hai bisogno di me, contattami. Sarò lieto di esserti utile.
Giuseppe Sanges
Specialista in Neurologia
Sono Medico specialista in Neurologia e in Ricerca epidemiologica delle malattie neurodegenerative. Da trent’anni curo quotidianamente persone affette da Parkinson, Cefalee e Alzheimer. Sono anche docente di Neuroscienze per Enti pubblici e privati.
Scrivo gli articoli che pubblico nel mio blog pensando ai miei pazienti e a coloro che, nelle loro ricerche su Internet, vogliono trovare informazioni scientifiche corrette. Spero di essere utile anche per te.