Inutile negarlo, oggi siamo tutti connessi. Chi più, chi meno. Che lo si voglia o no.
C’è chi vive online come un “nativo digitale” – uno di quelli che non riesce a staccarsi da smartphone, tablet o PC nemmeno sotto la doccia – e chi invece guarda con diffidenza a questo mondo virtuale, considerandolo poco più che un pericoloso caos digitale. Ma, come dicono quelli bravi, la verità sta nel mezzo.
Se ci pensi, Internet è come una piazza di mercato: tra le bancarelle virtuali si mescolano commercianti onesti e truffatori, prodotti autentici e imitazioni, informazioni preziose e… fake news. Certo, puoi trovare valore, scoprire cose nuove e persino fare buoni affari, ma solo se sai distinguere il falso dal vero.
Come si fa?
Pensiamo al mercato del sabato mattina. Riconosci subito il fruttivendolo di fiducia, quello che ti consiglia i pomodori di stagione e non cerca di rifilarti i meloni a gennaio. Poi c’è il venditore un po’ troppo insistente, quello che urla “super offerta!” con lo stesso entusiasmo di un annunciatore di televendite anni ‘90 – e tu sai già che qualcosa non quadra.
Anche sul web serve lo stesso istinto: calma, spirito critico e un po’ di sana diffidenza. Meglio fidarsi di siti autorevoli, abituarsi a verificare le fonti e confrontare le informazioni, evitando i proclami sensazionalistici. Eh, sì, a volte bisogna perdere qualche minuto per andare oltre il titolo acchiappa-click – lo so, suona impopolare nell’era del multitasking compulsivo.
E poi c’è la questione più delicata: i siti di medicina. È come leggere il bugiardino di un farmaco quando hai solo un po’ di mal di testa: inizi pensando a un leggero fastidio e finisci convinto di avere un raro disturbo tropicale che non esiste nemmeno in Europa. Le informazioni mediche, per loro natura, sono estese e comprensive, spesso pensate per i professionisti del settore. Il rischio è di soccombere a una valanga di dati, fraintendere la gravità di un disturbo e cadere in uno stato di preoccupazione cronica.
Insomma, anche sul web vale la regola del buon senso: riflettere, selezionare, confrontare. Solo così possiamo usare la Rete come un vero strumento di conoscenza, anziché esserne sopraffatti e cedere alla depressione digitale.
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